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L’Imperatore del Cielo: il monoteismo in Cina

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Quando si affronta l’argomento della religione degli antichi cinesi in epoca precedente l’avvio del Taoismo, Confucianesimo e Buddismo dobbiamo fare riferimento a due Scuole di pensiero. 

La prima sostiene che gli antichi cinesi professassero il culto verso un numero incredibile di divinità o di spiriti differenti: quelli degli antenati, ma anche di alcune montagne e poi il drago, la Regina Madre dell’Ovest, Guan Yin, Yan Wang, Nuwa e Fuxi. 

La seconda sostiene invece che il culto vero fosse riservato ad un solo Dio che andava sotto il nome di Shang Di (Imperatore dell’Alto, Dio Supremo) o Tian Di (Imperatore del Cielo). Tian Di e Shang Di non sarebbero stati due divinità differenti ma semplicemente due denominazioni differenti dello stesso Dio.

Quello che è certo è che a livello ufficiale ed imperiale in Cina il culto è stato riservato a questo unico Dio. Questo culto si è protratto per millenni, dall’inizio della civilizzazione cinese fino alla fine dell’Impero avvenuta appena 100 anni or sono nel 1911 con la caduta dell’ultimo imperatore Pu Yi. Per migliaia di anni il giorno del solstizio d’inverno l’Imperatore andava a venerare con una lunga e complessa cerimonia questo Dio al Tempio del Cielo che è ancora oggi uno dei luoghi più visitati di Pechino. 

Dunque, seguendo i dettami di questa seconda Scuola di pensiero, la civiltà cinese aveva un culto monoteista ed i cinesi adoravano un Dio personale e relazionale che governava amorosamente e giustamente.

Prima di approfondire questo argomento, analizziamo gli ideogrammi che corrispondono a Shang Di e Tian Di. 

Shang Di, è il “Re” o meglio “l’Imperatore che vive in alto” “che sta in alto”, “che sovrasta”. Tian Di è invece l“Imperatore del Cielo” (essendo il cielo, come evidenzia l’ideografia cinese, ciò che sovrasta un grande uomo, dunque contemporaneamente il cielo atmosferico che vediamo con i nostri occhi, ma anche e soprattutto l’idea di una grande Entità che sta sopra un “grande” uomo e lo sovrasta.  

Si Ma Qian, il primo storico cinese, afferma nel Classico della Storia che l’imperatore Giallo, il fondatore della civilizzazione cinese, costruì nel III millennio a.C. un tempio sul monte Tai Shan proprio per venerare Shang Di, questo Dio unico.

Vediamo cosa afferma a questo proposito lo Shi Jing (Vol 28, libro 6, pag 624): Shang Di è un altro nome di Tian. Gli spiriti non hanno due sovrani”. 

Da questa affermazione si deduce che Tian Di e Shang Di non sono due Entità separate e diverse: si tratta di un unico Dio che viene definito in due maniere diverse. 

Shang Di/Tian Di nell’antica letteratura cinese

Per approfondire questo argomento partirò da antichi testi giunti fino a noi che descrivono le caratteristiche di questo Dio unico.

Sono molte le citazioni da cui si può dedurre che il culto monoteista fosse quello veramente utilizzato e diffuso nell’antica Cina.

Anche Confucio negli Analetti afferma: “Colui che offende il Cielo chi può pregare”.

Ed ancora sempre Confucio afferma:

«A quindici anni, pensavo di imparare,

A trenta anni rimasi fermo,

A quarant’anni, non avevo dubbi,

A cinquanta, conoscevo il Mandato del Cielo,

A sessant’anni, il mio orecchio era un organo obbediente per la ricezione della verità,

A settant’anni, potevo seguire ciò che il mio cuore desiderava senza trasgredire ciò che era giusto.»

Dunque Shang Di e il Tian (cielo) sono due nomi per un solo Dio.

Zeng Xuan, uno studioso della dinastia Han, riporta che Sima Qian, documenti storici (vol. 28, Libro 6, p 624) affermi: “Shang Di è un altro nome del Cielo, gli spiriti non hanno due Signori.”

W. H. Medhurst, in una dissertazione sulla teologia dei cinesi con una visione del chiarimento del termine più appropriato per esprimere la divinità nella lingua cinese (Shanghai: The Mission Press, 1847, pp. 273-274.) afferma: «In nessun caso troviamo Shang Di descritto da alcuna forma figurativa; anzi, siamo messi in guardia dal confonderlo con le immagini nei templi; mentre il Supremo Sovrano viene dichiarato, ancora e ancora, di essere distinto dai cieli visibili. L’idea principale collegata a Shang Di è la supremazia universale, il potere non controllabile, la giustizia, la gloria, la maestà e il dominio.»

James Legge, nel “Le nozioni dei cinesi riguardo a Dio e spiriti” (Hong Kong: Hong Kong Register, 1852, ristampato da Ch’eng Wen Company, Taipei, 1971, p 33) afferma che non esiste nessun altro Essere, e dunque soltanto un Monoteismo: «Ma i cinesi si distinguono distintamente da tutte le altre nazioni pagane in questi due punti – che le rappresentazioni di Shang Di sono coerenti in tutto e che non esiste nessun altro Essere che Gli possa essere avvicinato. È sempre lo stesso – il Creatore e Sovrano, santo e gioviale e buono. E nessun altro è mai stato fatto “uguale o secondo” a Lui. Non ha rivali.»

Il Classico di Storia, Libro di Yu, Consigli di Grande Yu, (fine del paragrafo 14): afferma che Shang Di è sovrano: “L’appuntamento conclusivo del Cielo si basa sulla tua persona; devi infine salire al trono del grande sovrano.”

Il Classico della poesia, Xiao Ya, Aneddoti di Beishan, Xiao Ming, al Capitolo 1, versetto 1, afferma: “O luminoso Cielo, che illumina e governa questo mondo inferiore!”

Nella Poesia, negli Aneddoti del re Wen, Da Ming, capitolo 11, versetto 1. Si afferma: “Il Mandato (Tian Ming) proveniva dal Cielo, imponendo il trono al re Wen, stabilendo la sua capitale e la dinastia Zhou”.

Quali sono le caratteristiche di Tian Di/Shang Di?

In primo luogo è eterno come afferma la poesia, tratta da Aneddoti del re Wen: “Il re Wen vive al di sopra, le sue virtù brillano in cielo. Sebbene la nostra nazione Zhou sia vecchia, il Mandato di Dio è ancora con noi. La nazione Zhou non fu istituita quando il tempo del Mandato di Di non era arrivato. L’anima di Re Wen è attiva e vive alla presenza di Shang Di”.

Tian Di/Shang Di è immutabile: “Solo Shang Di è imperscrutabile. Darà la benedizione a coloro che fanno del bene. Procurerà calamità a coloro che fanno il male. Non dobbiamo trascurare di fare piccoli atti di giustizia perché è attraverso l’accumulazione di questi che le nazioni celebrano. Non dobbiamo trascurare di evitare piccoli atti di ingiustizia perché è attraverso l’accumulo di questi che un’intera generazione è corrotta”.

Tian Di/Shang Di è onnipotente. 

Il Classico della poesia, Da Ya, Aneddoti del re Wen, fine del capitolo 4, afferma: “I discendenti di Shang erano in numero di più di centinaia di migliaia; ma quando Shang Di comandò, divennero soggetti a Zhou.”

Il Classico di Storia, Libro di Zhou, paragrafo 6, afferma: “L’Onnipotente Cielo ha dato questo Regno di Mezzo con la sua gente e i suoi territori agli ex re.”

Tian Di/Shang Di è onnisciente.

Il Classico della poesia, Da Ya, Aneddoti del re Wen, Huang Yi, versetto 1: “Onnipotente Shang Di, vieni a noi nella Tua maestà, discernerai ciò che sta accadendo per la pace della gente”.

Tian Di/Shang Di è infinito.

La Poesia, Xiao Ya, Aneddoti di Xiao Min, Qiao Yan, inizio del capitolo 1, afferma: “O vasto e grande Cielo, che sei chiamato nostro genitore …”

Tian Di/Shang Di è amore.

Classico della storia, Libro di Zhou, La grande dichiarazione, sezione centrale, inizio del paragrafo 4, afferma: “Il Cielo ama il popolo, il sovrano dovrebbe onorare il Cielo.”

Mo Zi, volume 7, La volontà del Cielo parte 1, paragrafo 5, afferma: “Come sappiamo che il Cielo ama le persone del mondo? Perché illumina universalmente”.

Tian Di/Shang Di è santo.

Il Classico della storia, Il libro di Tang, Il consiglio di Great Yu di mezzo del paragrafo 21, afferma: “È la virtù che muove il Cielo. Non c’è distanza a cui non arriva. L’orgoglio porta alla perdita, l’umiltà porta ricompense. Questa è la via del Cielo. “

Tian Di/Shang Di è generoso.

Il Classico della storia, libro di Shang, Tai Jia, parte 2, versetto 2, afferma: “Il Grande Cielo ha gentilmente favorito la casa Shang e ti ha concesso, o giovane re, finalmente di diventare virtuoso, questa è davvero una grande cosa per le generazioni a venire.”

Il Classico di poesia, tributo, aneddoti di un bambino, Wen Yu, Huan, verso 1, afferma : “C’è pace in tutte le nostre numerose regioni, c’è stata una successione di anni abbondanti, il Cielo non si stanca a suo favore.”

Tian Di/Shang Di è fedele.

Classico di poesia, tributo, tributi di Zhou, aneddoti di Qing Miao, Wei Tian Zhi Min, afferma: “Le ordinanze del Cielo, – quanto sono profonde e incessanti!”

Il Classico della storia, libro di Shang, Tai Jia, parte 1, metà del paragrafo 2, afferma: “Il Cielo ha preso atto della sua virtù e ha affidato il suo grande mandato a lui, che dovrebbe calmare e sistemare il gran numero di regioni”.

Il sacrifico di confine

Tian/Shang Di viene venerato con il Sacrifico di Confine. Veniva chiamato così, sacrificio di “confine” perché veniva effettuato al di fuori delle mura della città, fuori dai confini della città.

Nei Documenti storici, vol. 10, Cronaca 10, Xiao Wen e Vol, 28, Libro 6 Feng Shan, si afferma: “Nei tempi antichi, il Figlio del Cielo (cioè l’Imperatore) della Dinastia Xia, sacrificò personalmente e reverenzialmente a Shang Di al confine, è per questo che viene chiamato il Sacrificio di Confine.”

Nessuna dinastia cinese ha mai fallito nel realizzare il culto del Sacrificio di Confine a Tian/Shangdi.

Effettuare il Sacrificio di Confine era considerato tradizionalmente l’aspetto fondamentale del ruolo dell’Imperatore. 

Consideriamo che la figura dell’Imperatore ha il ruolo di governare il popolo, ma a questo scopo si serve soprattutto dei suoi ministri. Il suo compito più delicato e più rilevante è quello di armonizzare la vita del popolo con quella della terra e del cielo e contemporaneamente quella di realizzate il “Mandato del Cielo” a lui affidato.

Nelle Ventisei storie della dinastia Han Volume 25, History of the Border Sacrifice Volume 5, parte II, paragrafo 3, versetto 2, si afferma: “Per un imperatore, la cosa più importante è seguire i principi del Cielo. Nel seguire il Cielo, nulla è più importante del Sacrificio di Confine.”

Nel libro dei riti si afferma che: “Onorare i riti è onorare il loro significato. Se il significato è perso, i sacrifici vengono semplicemente presentati come celebrazione. Quindi i requisiti possono essere soddisfatti ma il loro significato non è facilmente comprensibile. L’imperatore che comprende il significato e lo pratica, sarà in grado di governare la nazione”.

Si racconta che durante il periodo del regno di Shang Tang, il primo imperatore della dinastia Shang (1766-1754 a.C.) si verificò una carestia che durò 7 anni. In quella occasione venne ipotizzato dai sacerdoti un sacrificio umano che non era stato mai né immaginato e quantomeno realizzato fino a quel momento in Cina. Shang Tang venne interrogato in proposito e autorizzò questo sacrificio con lo stupore di molti ma, all’inizio della cerimonia nella quale il sacrificio doveva essere realizzato, affermò – con le parole che riportiam*Direttore di Olos e Logos

Dialoghi di Medicina Integratao di seguito – che lui stesso sarebbe stato il soggetto di questo sacrificio che da allora va sotto il nome di Sacrificio Vicario. Shang Tang affermò: “Ho peccato; la gente non ha parte in ciò. Se, tuttavia, le persone hanno peccato, anche le offese devono poggiare su di me. Per favore, non lasciare che la mancanza di virtù della persona causi a Shang Di e agli spiriti di distruggere la vita della gente!” Con questo gesto fece capire che una persona, l’Imperatore, poteva offrirsi in sacrifico per tutto il popolo.

Dal periodo delle antiche dinastie il sacrificio di confine fu eseguito da tutte le dinastie successive fino al 1911. Si dice che un ulteriore sacrificio di confine venne realizzato anche nel 1914.

Le varie dinastie cinesi costruirono degli altari su cui realizzare il culto del Sacrificio di Confine nelle varie capitali dalle quali, di volta in volta, veniva governata la Cina. A Pechino durante il regno della dinastia Ming il complesso del Tempio del Cielo fu edificato nel 1420. In questo luogo il sacrificio di confine fu organizzato ogni anno fino all’inizio del XX secolo. È tutt’ora visitabile a Pechino ed è uno dei monumenti più importanti della città. 

È abbastanza suggestivo che questo altare non sia situato all’interno di un tempio ma sia invece realizzato da una serie di piattaforme concentriche di forma circolare. Questo fatto conferma l’idea che Shang/Tian Di non dovesse avere una rappresentazione fisica, né potesse essere rinchiuso all’interno di una costruzione per quanto superba, magnifica, essa fosse.

Il rito del Sacrificio era assai complesso, ne riportiamo i tratti salienti.

Sei giorni prima del solstizio d’inverno l’Imperatore diffondeva un proclama che era riservato agli “spiriti.” Ricordo che i cosiddetti “spiriti” erano considerati di rango inferiore rispetto all’imperatore.

“Nel primo giorno del prossimo mese, Io (Zhen) condurrò con reverenza i miei ufficiali e la gente per onorare il grande nome Shang Di, che dimora nei Cieli sovrani. Prima, vi informo, tutti voi spiriti celesti e terrestri, che vi invitiamo, a nostro nome, di esercitare le vostre influenze spirituali e mostrare la vostra vigorosa efficacia, comunicando il nostro desiderio a Shang Di, e pregandoLo misericordiosamente di concedere la sua accettazione e considerazione  e di essere soddisfatto di tutto ciò che presenteremo con reverenza. Per questo scopo ho fatto questo annuncio per vostra informazione. Tutti voi spiriti dovreste essere ben consapevoli di ciò.”

L’imperatore e il suo seguito, di solito alcune migliaia di persone, arrivano alla porta occidentale del Tempio del Cielo prima del solstizio d’inverno perché il solstizio è il giorno in cui dal massimo yin si passa all’inizio dello yang.

Da qui l’Imperatore si dirige al Tempio dell’Astinenza dove rimane in preghiera, contemplazione e astinenza dal cibo, dagli affari e dal sesso per tre giorni. Ovviamente questo mandato è rispettato anche da tutto il suo numerosissimo seguito.

Successivamente l’Imperatore si dirige al santuario della Volta del Cielo nel quale non sono inserite immagini ma una tavoletta sopra un trono con la scritta “Imperatore Supremo dell’Alto del Cielo”. La tavoletta che vediamo nell’immagine è scritta in cinese ed in mancese perché risale alla dinastia Qing era di origine mancese.

Veniamo ora agli animali del sacrifico: si trattava ovviamente sempre di capi perfetti “senza macchia”.

Anche la musica faceva parte della cerimonia ed a questo scopo era presente all’interno del recinto dell’altare anche un “Conservatorio di Musica” dove alloggiavano fino a 2000 musicisti al tempo dell’Imperatore Qian Long. Questi musicisti riservavano la loro arte a Shang Di e quindi non erano mai più utilizzati dall’Imperatore in altre occasioni eccetto che in questa del sacrificio di confine.

Il sacrificio veniva effettuato sull’altare del Cielo 7 ore prima dell’alba del solstizio d’inverno e l’Imperatore che lo effettuava non doveva indossare delle scarpe (nonostante il rigido clima di Pechino il 21 di dicembre).

L’imperatore doveva inchinarsi 9 volte e toccare il suolo con la fronte 3 volte come segno di umiltà di fronte al Sovrano Celeste.

Ed ora veniamo ai testi delle preghiere che venivano recitate:

In primo luogo il benvenuto a Huang Tian Shang Di: la  canzone “Zhong He” della “Pace del Centro”: «In principio, c’era il grande caos, senza forma e oscurità. I cinque pianeti non avevano iniziato a girare, né le luci si accendevano. Nel mezzo di esso non esistevano né forma né suono. Tu, Sovrano Spirituale, sei venuto avanti nella Tua sovranità, e prima hai separato l’impuro dal puro. Hai fatto il Cielo; hai fatto terra; hai fatto l’uomo. Tutto ha iniziato a riprodursi.»

Poi la canzone “Yuan He” di “Inizio della Pace”: «Shang Di, quando hai separato lo yin e lo yang (cioè i cieli e la terra), il tuo lavoro creativo era iniziato. Hai prodotto, o Spirito, i sette elementi (cioè il sole e la luna e i cinque pianeti). Le loro luci belle e brillanti illuminavano il cielo circolare e la terra quadrata. Tutto procedeva bene. Io (Zhen), il tuo servo, Ti ringrazio di cuore e mentre io adoro, presento questo memoriale a Te, o Di (Imperatore), chiamandoti Sovrano.»

Siccessivamente veniva cantata l’offerta di gemme e seta o canzone”Xiu He”: «Hai promesso, o Di, di ascoltarci, perché Tu sei nostro Padre. Io, tuo figlio, che non sono illuminato, non sono in grado di dimostrare i miei sentimenti. Ti ringrazio, di aver accettato la nostra dichiarazione. Onorevole è il tuo grande nome. Con reverenza offriamo queste gemme e sete, come le rondini che si rallegrano in primavera, lodano il Tuo amore abbondante.»

Poi viene effettuata l’offerta di Zu: con la canzone “Yu He” di “Pace Confortevole”: «La grande festa è iniziata e il suono della festa è come un tuono. Lo Spirito Sovrano promette di rallegrarsi della nostra offerta e il cuore del tuo servo si sente come una particella di polvere.

La carne è stata bollita nei grandi calderoni e sono state preparate le pietanze fragranti. Goditi l’offerta, O Di, allora tutto il popolo sarà benedetto. Io (Zhen), il tuo servo, sono colmo di ringraziamento. Quanto sono benedetto!»

Successivamente la prima presentazione del vino – Danza marziale: canzone”Shou He” di “Longevità a Pace”: «Il grande e nobile Uno riversa la sua grazia ed il suo amore; quanto siamo indegni di riceverlo. Io, il suo servo sciocco, mentre ti adoro, tengo questo calice prezioso e Ti lodo, i Tuoi anni non hanno fine.»

Infine la Preghiera: «O fantastico Creatore, ti guardo. Quanto sono imperiali i cieli in espansione. Ora è il tempo in cui cominciano ad apparire le energie maschili della natura e con le grandi cerimonie Ti onoro con reverenza. Il tuo servo, io sono solo canna o salice; Il mio cuore è come quello di una formica; eppure ho ricevuto il tuo Mandato, nominandomi al governo dell’impero. Nutro profondamente il senso della mia ignoranza e follia e ho paura di non dimostrarmi indegno della Tua abbondante grazia. Perciò osserverò tutte le regole e gli statuti, sforzandomi, insignificante come sono, di essere fedele. Lontano, guardo il Tuo palazzo celeste. Entro nel tuo prezioso carro all’altare. Tuo servo, chino la testa sulla terra, aspettando con reverenza la Tua abbondante grazia. Tutti i miei ufficiali sono qui sistemati insieme a me, danzando e adorandoTi.

Tutti gli spiriti Ti accompagnano come guardie, da est a ovest. Tuo servo, mi prostro per incontrarti e reverentemente aspetto la Tua venuta, O Di. Mi auguro che prometterai di accettare le nostre offerte, e di considerarci, mentre ti adoriamo  perché la tua bontà è inesauribile.»

Seconda presentazione del vino – Danza civile: canzone “Tai He” della “Pace Eccellente”: «Tutte le numerose specie di esseri viventi sono in debito con la Tua grazia per il loro inizio. Gli uomini e le cose sono tutti avvolti nella Tua benevolenza, O Di. Tutti gli esseri viventi sono debitori della Tua bontà, ma chi sa da Chi vengono le benedizioni. Sei Tu solo, o Signore, che sei vero Antenato di miliardi e trilioni di cose.»

Terza Presentazione del vino. Canzone “Yong He” della “Pace Brillante”: «La festa preziosa è iniziata, le panche piene di gemme sistemate, il vino di perle presentato con musica e danze. Lo spirito dell’armonia è presente, l’uomo e le bestie sono felici. Il seno del Suo servo è preoccupato perché non è in grado di pagare i suoi debiti.

Rimozione dell’offerta con la canzone “Xian He” della “splendida Pace”: «Il servizio delle canzoni è completato, ma la nostra povera sincerità non può essere espressa, la Tua bontà sovrana è infinita. Come un vasaio, hai fatto tutte le cose viventi. Grandi e piccoli sono protetti (dal Tuo amore). Impresso nel cuore del Tuo povero servitore è il senso della Tua bontà, in modo che il mio sentimento non possa essere pienamente mostrato. Con grande gentilezza, Tu ci supporti e, nonostante i nostri demeriti, concedici la vita e la prosperità».

Invio di Shang Di: canzone “Xi He” della “Pace Pura”: «Con reverenti cerimonie è stato presentato il disco e Tu, o Spirito sovrano, hai accettato il nostro servizio. Le danze sono state tutte eseguite e nove volte la musica ha risposto. Concedici, o Di, la tua grande benedizione per aumentare la felicità della casa. Gli strumenti di metallo e pietre preziose hanno dato la loro melodia. Le cinture ingioiellate degli ufficiali hanno emesso il loro suono tintinnante, Spiriti e uomini gioiscono insieme, lodando Di, il Signore. Mentre celebriamo il Suo grande nome, quale limite ci può essere, o quale misura? Per sempre Egli fissa i cieli in alto e stabilisce la solida terra. Il suo governo è eterno. Io suo indegno servitore, chino la testa, la depongo nella polvere, mi faccio il bagno della sua grazia e gloria.»

Visualizzazione dell’offerta bruciata: canzone “Xi He” della “Pace Gloriosa”: «Abbiamo adorato e scritto il Grande Nome su questo foglio simile a una gemma. Ora lo mostriamo prima e lo mettiamo nel fuoco. Queste preziose offerte di sete e di carni pregiate bruciano con queste sincere preghiere, affinché possano salire in volute di fiamme fino al cielo lontano. Tutta la fine della terra guarda a Lui. Tutti gli esseri umani, tutte le cose sulla terra, si rallegrano insieme nel Grande Nome.»

A questo punto, al termine della cerimonia il sole iniziava a sorgere.

Tutta la parte finale della cerimonia veniva svolta all’Altare del Cielo, l’altare circolare a tre piani che si trovava nella zona meridionale del parco del Tempio del Cielo.

La descrizione di questa cerimonia è un segno chiaro ed inequivocabile che l’Impero cinese, nel corso della storia più che millenaria delle dinastie che si sono succedute al suo comando, adorava un solo Dio che si ritiene sia, come abbiamo visto dalle citazioni che abbiamo riportato: immutabile, onnipotente, omnisciente, infinito, amorevole, santo, generoso, fedele. 

Questo Dio veniva denominato Shang Di o Tian Di, cioè Imperatore dell’Alto e dunque Supremo o Imperatore del Cielo.

Questo Dio concedeva all’Imperatore ed alla dinastia regnante il Tian Ming il “Mandato Celeste” che era il fondamento del potere imperiale e contemporaneamente il compito da svolgere attraverso la gestione di questo potere: che il popolo vivesse in armonia con il Cielo e con la Terra. 

Tian Di veniva venerato in armonia con i cicli cosmici tant’è vero che la cerimonia del “Sacrificio di Confine” veniva effettuata il giorno del solstizio d’inverno che in Cina non è solo il giorno più corto dell’anno, ma anche lil momento in cui il massimo dello yin inizia a trasformarsi nel suo opposto, lo yang. 

Come sappiamo l’inizio della vita in Cina avviene perché “l’Uno produce il Due, il Due produce il Tre, il Tre produce i diecimila esseri” l’avvio della trasformazione yin-yang è il passaggio dal Due al Tre e cioè l’inizio e l’avvio di ogni fenomeno vivente.

L’Uno è il “Cielo”, rappresentato in Cina da un ideogramma con un tratto orizzontale, il Cielo è l’elemento che “promuove la vita”, rappresenta il tempo che non ha inizio e non ha fine ed è “rotondo”.

Il Due è la “Terra” rappresentata in Cina da due tratti orizzontali che rappresentano contemporaneamente due coppie di simboli: la prima è quella del suolo e del sottosuolo nel cui grembo ogni seme germina per dare la vita, la seconda è quella della coppia Cielo in alto e Terra in basso “il Cielo promuove la vita e la Terra l’accoglie come accade per le sementi che fa germogliare”. Il Due rappresenta anche lo spazio che è divisibile ed è ”quadrato”.

Il Tre è rappresentato da tre tratti orizzontali perché tra i due tratti del due (Cielo quello superiore e Terra quello inferiore) compare un tratto centrale che rappresenta la loro interazione, l’inizio della loro trasformazione. 

Tre è l’avvio del fenomeno vivente con l’inizio del Tai Ji Tu: la ruota dei “due pesci yin e yang che iniziano a trasformarsi incessantemente l’uno nell’altro perché finalmente da Cielo e Terra origina il vortice della vita, la spirale della vita, l’inizio della vita.

Il tratto centrale del tre è posto tra quello superiore (il Cielo) e quello inferiore (la Terra) ed è considerato in relazione con l’uomo che l’unico essere che, possedendo la stazione eretta, è in grado di armonizzare e comprendere il due (due piedi su cui si appoggia per mantenere la stazione eretta, ma due è anche il numero della Terra) con l’uno (una testa che in alto mantiene la stazione eretta, ma uno è anche il numero del Cielo).

Ma torniamo all’ideografia cinese per ricordare che imperatorewang” in cinese si scrive unendo i tre tratti orizzontali del “tre” con un tratto verticale. Perché il primo compito dell’Imperatore (il Tian Ming cioè il Mandato Celeste) è appunto quello di fare si che il popolo viva in armonia con il Cielo e con la Terra.

Se si aggiunge un tratto in alto all’ideogramma che significa imperatore si ottiene un nuovo carattere che significa “governare”, il compito appunto dell’imperatore.

È a partire da tutte le considerazioni appena esposte che molti studiosi e fedeli cristiani cinesi sottolineano che il realtà Shang Di/Tian Di, cioè il Dio venerato in Cina di millenni ha alcune caratteristiche simili a quelle del Dio del Vecchio Testamento: immutabile, onnipotente, omnisciente, infinito, ma anche amorevole, santo, generoso, fedele. 

Questo Dio è stato venerato dall’Imperatore – a nome del popolo cinese – per millenni ed il culto descritto in questo articolo nel giorno del “sacrificio di confine” non è che un esempio del ruolo fondamentale ad Esso assegnato nella storia della civilizzazione cinese. 

Secondo questi studiosi la Cina aspettava da millenni la rivelazione cristiana che non è che il completamento di un percorso già intrapreso. La loro adesione al cristianesimo non è un tradimento della cultura e civiltà cinesi ma, al contrario, il loro completamento dopo la riscoperta e rivalorizzazione di antiche tradizioni.

Shang Di sarebbe dunque il “Dio ignoto” cui si rivolse San Paolo nel famoso discorso dell’Areopago di Atene: «Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in tempi costruiti dalle mani dell’ uomo, né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo. Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana. Dopo essere passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».