Compie 30 anni il Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese della UTET
Sembra ieri, ma nel frattempo sono passati 30 anni da quando la casa editrice UTET di Torino diede alle stampe il primo Trattato Italiano di Agopuntura e Medicina Cinese in due volumi “sdoganando” per la prima volta in ambito editoriale l’agopuntura italiana.
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Fino ad allora infatti l’agopuntura e la medicina cinese erano state presentate al pubblico italiano soltanto da alcuni volumetti di interesse prevalentemente divulgativo e non scientifico o da testi pubblicati da case editrici “minori” che certamente non erano rappresentative dell’”editoria ufficiale” ed “accademica” di medicina come invece era la UTET.
Ricordo molto bene questo lavoro che mi coinvolse come autore insieme a Giorgio Di Concetto, Lucio Pippa e Massimo Muccioli e a numerosi collaboratori ma anche come Editor della Collana. Eravamo ancora agli albori dell’agopuntura e della medicina cinese in Italia ed eravamo anche agli albori dell’editoria digitale tant’è vero che tutto il testo fu da me corretto a mano su supporto cartaceo come si faceva a tempo di Gutemberg. Io avevo comperato il mio primo Macintosh della Apple nel 1986 ed avevo già qualche esperienza di editoria digitale ma la stragrande maggioranza degli altri autori e collaboratori inviò alla casa editrice i testi dattiloscritti con una normale macchina da scrivere Olivetti perché fossero ribattuti in redazione. Il testo fu una assoluta novità editoriale non solo in Italia, ma anche in Europa e fu presentato da Wang Xue Tai che era il presidente del WFAS (World Federation Acupunture Societies), dal Prof. Paolo Mantegazza (Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Milano) e dal Prof. Nguyen Van Nghi direttore del Centre d’Enseignement et de Diffusion de l’Acupunture Traditionelle di Marsiglia che era in quegli anni la la più famosa realtà didattica europea ai corsi della quale ci eravamo introdotti all’agopuntura ed ai principi della medicina cinese. Riportiamo qui di seguito le loro presentazioni al Trattato.
Prefazione del Prof. Paolo Mantegazza
Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Milano
La medicina cinese approda in Europa nella prima metà di questo secolo grazie all’opera dei missionari e dei diplomatici; la classe medica sembra ignorare questo primo impatto. Solamente verso la fine degli anni 50, specialmente in Francia, alcuni medici cominciano ad interessarsi di agopuntura grazie, in particolare, all’opera del medico vietnamita Nguyen Van Nghi. L’Italia segue la Francia nella diffusione dell’agopuntura; negli anni 60 e 70 si fondano le prime società mediche e le prime scuole. Finita la rivoluzione culturale, i rapporti con la Cina si fanno più intensi, così pure gli scambi culturali a livello medico; si conoscono sia direttamente mediante la frequenza degli ospedali cinesi, che indirettamente, tramite congressi e riviste, ampie casistiche cliniche con rimarchevoli margini di successo; inoltre, indagini sperimentali, riprodotte anche in Occidente, dimostrano variazioni bioumorali consistenti nell’incremento delle difese immunitarie, degli steroidi e delle morfine endogene. Tuttavia, questi contatti hanno dimostrato che la medicina cinese non si esaurisce nell’agopuntura, ma possiede altri due cardini terapeutici: la farmacologia ed il Qigong, una ginnastica medica. L’agopuntura mantiene il fascino di un originale metodica terapeutica, idonea a curare senza utilizzare farmaci: questo spiega la grande diffusione avuta in Occidente, in un periodo che vede il proliferare delle malattie iatrogene. Tuttavia nella stessa Cina, la farmacologia tradizionale è più diffusa dell’agopuntura ed il Qigong è praticato, anche come base delle arti marziali, non solo nelle palestre, ma anche nelle piazze. Come si inserisce la medicina cinese nel contesto medico della medicina moderna? Questo trattato di agopuntura e medicina cinese costituisce una risposta a tale importante interrogativo. Anzitutto la premessa storica mostra come la medicina cinese e l’agopuntura siano evolute dalla preistoria all’attuale insegnamento accademico, riconosciuto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo ci fa capire l’importanza del discorso culturale: ogni civiltà genera una cultura ed ogni cultura genera una medicina; la medicina occidentale ha la sua genesi culturale nell’Illuminismo, la medicina cinese ha la sua genesi culturale in una civiltà preistorica ed ha, successivamente, la sua culla nel Taoismo. La nostra medicina moderna non è l’unica medicina, pur essendo valida ed insostituibile, grazie anche alla tecnologia sempre più sofisticata; la medicina cinese è in grado di “completare“ la nostra medicina proprio laddove è meno efficace e con abbondanti effetti collaterali; le malattie reumatiche, le sindromi funzionali e tutte quelle affezioni catalogate come “psico-somatiche“ costituiscono un campo di applicazione ormai dimostrato della medicina cinese. Segue l’esposizione del pensiero medico le cui basi mostrano come la teoria dello yin-yang, la legge dei cinque movimenti, la circolazione energetica siano anticipazioni della fisica moderna e della bioritmologia: la medicina cinese viene concepita come una medicina energetica e biofisica. Anche le caratteristiche funzionali degli organi e dei visceri sono concepite in piena armonia con la fisiologia moderna. L’anatomofisiologia è un’esposizione dettagliata delle vie energetiche e dei punti di agopuntura; le vie energetiche, chiamate “meridiani“ o “canali“, rappresentano un fondamento dell’agopuntura cinese. La dimostrazione di queste vie energetiche, sovrapposte alle strutture neurovascolari, è tuttora oggetto di indagini cliniche e sperimentali. L’eziopatogenesi, la semeiologia e la diagnostica ci fanno capire la peculiarità della medicina cinese: si tratta di una medicina caratterizzata da un’interpretazione originale dei fenomeni patologici e del loro affronto diagnostico. Se ne deduce che la medicina cinese è una medicina “diversa“; perciò, per impostare correttamente una terapia sia con agopunpuntura che con farmaci cinesi, è indispensabile conoscere a fondo le basi eziopatogenetiche e diagnostiche di questa medicina; essa, tuttavia, non è alternativa alla nostra ma ad essa integrabile. Ciò che colpisce è la modalità di affronto globale del paziente; la logica illuministica, intrinseca alla nostra medicina, ci ha abituato a dividere l’uomo in sistemi per cui un paziente, portatore di una sindrome complessa, ha bisogno dell’apporto di più medici specialisti. Questo è dovuto ad una logica rigidamente deduttiva; viceversa, l’approccio del paziente, secondo la medicina cinese, è di tipo analogico: ogni sintomo viene spiegato nell’ambito di una globalità. I settori inerenti la terapia e la clinica fanno chiaramente conoscere le molteplici indicazioni della medicina cinese: le sindrome reumatiche, le cefalee, le malattie cardiovascolari e respiratorie, come pure le sindromi ginecologiche e neurologiche vengono spiegate alla luce della medicina cinese e viene impostata la terapia; lo stesso si può dire delle altre branche specialistiche come la neuropsichiatria, l’otorinolaringoiatria, l’oculistica e la dermatologia. Viene data la preferenza all’agopuntura, come tecnica terapeutica da più lungo tempo conosciuta e praticata, unitamente alla moxibustione ed alla coppetazione; la dietetica, la farmacologia, il Qigong, il massaggio trovano un’adeguata trattazione nei rispettivi capitoli. I due capitoli inerenti la medicina tradizionale cinese alla luce della ricerca attuale e la ricerca clinico-sperimentale rappresentano il culmine del lavoro in quanto dimostrano che questa medicina trova un valido supporto nella scienza medica attuale. In definitiva questo testo fa capire che la medicina cinese rappresenta un approfondimento culturale riservato ai medici e solo per quei medici che, spinti da un’esigenza di completamento, siano disponibili ad un cambiamento di mentalità; non si può affrontare la medicina cinese al di fuori di questa logica. È estremamente importante conoscere la medicina occidentale perché solo il medico è in grado, conoscendo ambedue le medicine, di scegliere il mezzo terapeutico in base all’iter diagnostico; d’altra parte, un medico desideroso di utilizzare l’agopuntura come metodica terapeutica non potrà prescindere dalla conoscenza delle basi della medicina cinese.
È augurabile che questo lavoro contribuisca a far luce su un argomento vasto ed importante diradando preconcetti ed atteggiamenti aprioristici; d’altra parte esso deve costituire un valido strumento di studio per quei colleghi che desiderino affrontare lo studio della medicina cinese. Essendo il primo testo completo in lingua italiana e costituendo il frutto di oltre quindici anni di studio e di lavoro, ci sono tutte le premesse perché abbia un’adeguata riuscita.
Prefazione di Wang Xue Tai
Presidente del WFAS World Federation Acupunture Societies
Fin dagli esordi della civiltà l’umanità ha incessantemente combattuto la malattia nella ricerca continua del benessere, della salute e del progresso; la scienza medica è l’esito e la sublimazione di questa lotta. Oltre alla medicina moderna, ormai ampiamente diffusa in tutto il mondo, esistono delle antiche medicine tradizionali nate in paesi di antica civiltà. Queste medicine tradizionali sono assai diverse l’una dall’altra perché si sono sviluppate in ambienti geografici, storici e culturali differenti; alcune sono soltanto un insieme di originali pratiche mediche, altre l’esito di acquisizioni empiriche, altre ancora si fondano su dei principi teorici senza però organizzarli. Solo la medicina tradizionale cinese (M.T.C.) ha fatto progredire i suoi principi codificando una teoria sistematica che fonda la pratica clinica su illuminati principi teorici. Negli anni più recenti l’agopuntura e la moxibustione si sono diffuse in tutto il mondo permettendo alla classe medica di molti paesi occidentali di avvicinarsi alla M.T.C. e di iniziare a cogliere la profondità e la vastità della teoria che la supporta; esaminiamo brevemente questa ricchezza della M.T.C.
1) dall’XI al V secolo a.C. la M.T.C. è già strutturata in quattro diverse specialità; dall’XI al XIII secolo d.C. le specialità diventano nove e tredici dal XIV al XVII secolo. Le diverse branche mediche affrontano vari aspetti del complesso campo della medicina: Da Fang Mai (medicina interna), Shang Han (simile alle malattie infettive), Feng Ke (simile alla neurologia), Shao Fang Mai (pediatria), Jiu Chuang (letteralmente “ferite incise“, corrisponde ad una parte della chirurgia), Chiant Yang (dermatologia e patologie esterne), Zhe Shang (ortopedia) ed inoltre oculistica, odontostomatologia, otorinolaringoiatria, agopuntura e massaggio.
2) dall’XI secolo sono stati dati alle stampe più di 20.000 testi di medicina e, di questi, 12.124 sono stati pubblicati nel periodo che va dalle antiche dinastie al 1949.
3) I rimedi della farmacologia cinese sono più di 8000.
4)Le diverse ricette ricordate nei testi medici antichi e moderni sono circa 100.000. La teoria della M.T.C., è completamente differente da quella della medicina occidentale. La M.T.C. ha visto i suoi albori nel periodo iniziale della civiltà cinese in Estremo Oriente e, ovviamente, riflette la mentalità del popolo e della cultura che l’hanno generata. I suoi fondamenti sono le antiche concezioni cinesi dello yin-yang e dei cinque movimenti. Questo pensiero medico ripone estrema attenzione alle interrelazioni tra l’uomo e l’ambiente naturale e sociale. Le modificazioni dei processi naturali e l’armonia tra corpo e spirito sono osservati secondo un’ottica olistica che sottolinea l’unità degli opposti e si muove secondo processi dinamici di indagine sul reale e sulla trasformazione dello stato di salute in malattia e viceversa. Tutti ciò è sistematizzato in una teoria che forma i principi basilari su cui si regge ogni aspetto particolare della M.T.C.: i principi ed i metodi di diagnosi e terapia, le regole della materia medica e la sua applicazione clinica. Un sistema teorico complesso e completo interpreta l’immensa varietà dei fenomeni particolari dell’essere vivente e permette di giocare la sua ricchezza nella condotta clinica pratica. A causa del differente sistema di pensiero prodotto da differenti condizioni storiche culturali, la M.T.C. è assai lontana dalla medicina occidentale sia negli aspetti teorici che in quelli pratici; affrontiamo brevemente queste diversità.
1) Basandosi sull’analisi olistica e dinamica della vita umana, le teorie della M.T.C. enfatizzano le relazioni tra esterno e interno, tra le strutture particolari ed il corpo umano nella sua globalità, sottolineando la reciproca trasformazione dell’energia in materia, delle funzioni e delle informazioni e sorvolando sugli aspetti strutturali e morfologici dell’organismo.
2) La patogenesi sottolinea non soltanto i fattori infettivi, i traumi, l’alimentazione, ma, anche soprattutto, le influenze esercitate dal clima e quelle correlate allo stato psichico e mentale del paziente.
3) La diagnosi è l’esito dell’analisi combinata dei sintomi e segni di malattia; essi rappresentano l’esteriorizzazione dei processi patogeni e, contemporaneamente, sono collegati a fenomeni diatesici tipici delle singole costituzioni. Possono coesistere sintomi differenti nella stessa malattia o sintomi uguali in malattie completamente differenti.
4) La terapia è raramente animata solo dallo scopo di eliminare i fattori patogeni e principalmente tende a correggere lo squilibrio yin-yang; l’esito consiste nel rafforzamento della resistenza organica e nella conseguente eliminazione dei fattori patogeni.
5) I metodi di terapia farmacologici e non adottati in M.T.C. sono applicati seguendo i principi di diagnosi e terapia che a loro volta conseguono all’analisi dettagliata dei sintomi e segni di malattia in accordo con i presupposti teorici della M.T.C..
Quanto affermato fino ad ora allo scopo di far intuire ai medici di formazione occidentali che le tecniche di terapia della medicina tradizionale cinese non possono essere utilizzate adeguatamente senza conoscere le basi teoriche del pensiero che le ha generate. C’è una lunga storia di cooperazione culturale e commerciale tra la Cina e l’Italia iniziata già nel XIV secolo, quando Marco Polo, di ritorno dalla Cina, introdusse l’Occidente al pensiero filosofico e culturale dell’Estremo Oriente. L’agopuntura è stata introdotta in Italia per la prima volta nel XVIII secolo, ma l’interesse nei suoi confronti è aumentato soltanto negli ultimi decenni. La Scuola Italiana di Medicina Cinese del Gruppo di Studio Società e Salute ha giocato un ruolo significativo nella diffusione di questa tecnica di terapia in Italia ed ha insegnato l’agopuntura a molti medici occidentali, mantenendosi fedele allo “stile didattico cinese“. Giorgio Di Concetto, Lucio Sotte, Lucio Pippa e Massimo Muccioli, gli autori di questo “Trattato di Agopuntura e di Medicina Cinese“ contribuiscono con la loro opera a colmare un vuoto della letteratura medica italiana. I due volumi affrontano la storia, i principi, le basi teoriche, l’anatomo-fisiologia, i principi di semeiologia e diagnostica in M.T.C., la terapia affrontata non solo da un punto di vista dell’agopuntura, ma sottolineando anche la possibilità dell’uso di altre metodiche come, ad esempio, quella fornita dalla farmacologia. L’ultima parte del testo presenta i risultati della moderna ricerca clinico-sperimentale applicata alle varie branche della medicina cinese.
Sono convinto che la pubblicazione di questi volumi sia estremamente opportuna per presentare al mondo medico occidentale italiano la M.T.C. ed estendere la possibilità della sua applicazione, sia in campo di terapia che in quello di prevenzione. Quest’opera rappresenta l’esito della cooperazione culturale tra l’Italia e la Cina; ho l’onore di esprimere le mie congratulazioni più sincere ed i sensi della mia stima ai quattro autori di quest’opera per il contributo determinante da essi fornito alla diffusione della medicina cinese e particolarmente a Giorgio Di Concetto, mio amico.
Prefazione del Prof. Nguyen Van Nghi
Presidente del Centre d’Enseignement et de Diffusione de l’Acupunture Traditionnelle di Marsiglia
Gli autori di questo trattato sono miei allievi; conosco la loro disponibilità e la loro dedizione allo studio, all’insegnamento ed alla diffusione dell’agopuntura e della medicina cinese in Italia. Sono il presidente onorario di questa scuola, diffusa rapidamente in Italia mediante un elevato numero di allievi e conosciuta in Europa e nel mondo per l’attiva partecipazione ai congressi, come pure per la crescita dei lettori della rivista italiana di medicina tradizionale cinese. Questa opera espone in modo completo la medicina cinese, non solo come agopuntura, ma anche come dietetica e farmacologia. L’esposizione è didattica e rispecchia direttamente l’insegnamento effettuato dagli autori sia livello di lezione teorica che a livello di pratica clinica. Infatti la caratteristica di questa scuola consiste nell’insegnare l’agopuntura e la medicina cinese non solo con lezioni teoriche, ma anche con un’adeguata frequenza ambulatoriale; è chiaro, leggendo il testo, che il contenuto deriva direttamente da una tale impostazione. Appare chiaro nella parte iniziale dell’opera, sia dalla storia che dal pensiero medico cinese, che la medicina cinese è nata da una civiltà millenaria e, tuttavia, si basa su teorie inquadrabili nella fisica moderna.
La medicina cinese, concepita come medicina energetica, non si pone in alternativa alla medicina moderna ma, assieme a quest’ultima, serve alla concezione di una medicina più completa e più vicina alle esigenze di salute dell’uomo moderno. L’indicazione degli autori è, perciò, fin dall’inizio, in piena sintonia con la scienza medica moderna. La teoria dello yang e dello yin, la legge dei cinque movimenti, la circolazione dell’energia, l’identificazione del microcosmo (l’uomo) col macrocosmo (l’universo), sono le basi del pensiero medico cinese e sono in sintonia con la biofisica e la bioritmologia. È perciò evidente fin dall’inizio che questo testo vuole percorrere la strada della sintesi tra la medicina moderna e la medicina cinese; si tratta di un incontro fra due culture diverse che portano un grande arricchimento.
Gli autori sono medici esperti tanto in medicina occidentale che in medicina cinese; essi si rivolgono ai loro colleghi proponendo una strada entusiasmante, anche se difficile. I capitoli riguardanti l’anatomofisiologia, l’eziopatogenesi e la diagnostica risentono di questa volontà di sintesi, anche se appare chiaro che si tratta di argomenti in base ai quali si capisce come la medicina cinese sia diversa da quella moderna. È evidente, infatti, come l’approccio diagnostico permetta un affronto “globale“ del paziente. È particolarmente interessante il capitolo delle sindromi patologiche; ognuna di esse riporta un’impostazione terapeutica di farmacologia oltre che di agopuntura. Il capitolo dedicato alla terapia affronta le più svariate tecniche terapeutiche: dell’agopuntura, con una descrizione accurata delle tecniche di stimolazione degli aghi, della moxibustione, della coppettazione, della percussione col martelletto, del massaggio; sono tutte tecniche che utilizzano i punti di agopuntura come metodo terapeutico. Anche la dietetica e la farmacoterapia sono ben sviluppate, anche se in modo sintetico; i farmaci più comunemente utilizzati vengono descritti in modo succinto ma completo; anche il Qi Gong trova una sua particolare trattazione, anche se in termini generici. La clinica descrive le malattie secondo la classificazione occidentale, interpretandole secondo la logica del pensiero medico cinese; la terapia delle singole malattie si riferisce alla sola agopuntura; evidentemente gli autori hanno ritenuto di limitare la terapia farmacologica alle sindromi di livello e di organo, rimandando la completa trattazione farmacoterapica a testi più specifici. Molto interessante è la parte dedicata all’attuale ricerca ed all’indagine clinico-sperimentale.
Quest’opera propone, quindi, una medicina cinese, passata al vaglio della scienza moderna, non più basata su concetti filosofici astratti, ma su procedimenti razionali che rappresentano un interessante occasione di approfondimento professionale per tutti i medici interessati. Infatti la medicina cinese, ed in particolare l’agopuntura, costituisce una strada per rispondere al travaglio professionale di molti medici. Essi si trovano spesso di fronte a pazienti che accusano disturbi non oggettivabili e non comprensibili, nonostante i più sofisticati procedimenti diagnostici. I metodi terapeutici della medicina moderna, efficacissimi per le sindromi organiche, sono spesso sproporzionati, o addirittura dannosi, quando vengono applicati ai disturbi funzionali. Il proliferare delle malattie iatrogene testimonia in positivo quanto affermo. Di fronte a questa situazione che può portare molti colleghi, specialmente medici generici, ad interrogarsi sulla validità, sempre comunque, della medicina moderna, esistono esperienze professionali serie di medicina cinese che propongono una possibilità di completamento culturale. Se queste esperienze si pongono in modo didattico, diventano una concreta occasione di arricchimento professionale. Questo testo, correttamente impostato e chiaro nella didattica, è una proposta concreta; è frutto di un’esperienza di vita e non è un’elaborazione teorica. È, perciò, uno strumento molto importante sia per coloro che praticano da tempo la medicina cinese, sia per coloro che iniziano il suo studio. I primi troveranno in questo trattato un mezzo prezioso di approfondimento; i secondi lo utilizzeranno come un itinerario didattico. Vale per tutti il principio di abbinare lo studio teorico con la partecipazione ad un’esperienza clinica.