La dietetica cinese studia come alimentarsi per prevenire le malattie e mantenersi in buona salute e quali regimi dietetici adottare in caso di malattie come l’obesità, le sindromi dismetaboliche, il diabete, le gastriti, le coliti etc.
Un grande capitolo della dietetica cinese è dedicato alla scelta dell’alimentazione fondata sul terreno dato dalla costituzione del paziente, per migliorarlo ed ottimizzarlo utilizzando i cibi più adatti. In realtà gli alimenti possono essere considerati come dei piccoli ‘farmaci’ che hanno un modesto effetto curativo ma che, essendo assunti quotidianamente, sono estremamente potenti nel lungo periodo.
La dietetica cinese non va confusa con la macrobiotica che ha invece origine giapponese: mentre la dietetica cinese si è sviluppata lentamente nel corso degli scorsi due millenni (i primi testi di dietetica cinese sono stati scritti prima della nascita di Cristo!), la macrobiotica è nata soltanto nello scorso secolo partendo dalle osservazione del medico giapponese Oshawa ed è dunque di elaborazione assai recente. Inoltre nella dietetica cinese non c’è nessuna proscrizione nei confronti degli alimenti di origine animale come carni e pesci, anche se le quantità consigliate giornalmente sono certamente modeste come modesto è il consumo consigliato giornaliero di nutrienti: d’altra parte è osservazione comune che i cinesi sono generalmente magri e che solo eccezionalmente si trova qualche obeso.
È interessante fare un confronto tra dietetica occidentale (quella utilizzata nella nostra medicina) e dietetica cinese. La dietetica occidentale può essere definita quantitativa se confrontata a quella cinese che invece è qualitativa. Ciò significa che nello studio dell’alimentazione fatto dalla biomedicina si guarda soprattutto a come fornire le quantità corrette di nutrienti (quante proteine, quanti carboidrati, quanti lipidi, vitamine, sali minerali, oligoelementi, quanta acqua…ed infine quante calorie) mentre invece nella dietetica cinese ci si interessa soprattutto della qualità degli alimenti definita in base alla natura, al sapore, al tropismo del cibi.
Tutti gli alimenti sono classificati in Cina in base alla loro natura (fredda, fresca, neutra, tiepida e calda), in base al sapore (amaro, salato, acido, dolce e piccante), in base alla tendenza direzionale (ascendente e discendente, emergente o interiorizzante) ed in base al tropismo verso uno o più organi e visceri. Questa classificazione basata su natura-sapore-tendenza-tropismo è la stessa adottata anche nella farmacologia cinese. Ad esempio la radice di Ginseng – assai diffusa anche in Occidente negli ultimi 30 anni – è considerata in Cina un farmaco di natura leggermente tiepida, di sapore dolce e moderatamente amaro che si rivolge a tre organi, cioè esercita un ‘tropismo’ nei confronti di tre organi: Milza-Pancreas, Cuore e Polmone; alla stessa maniera il pomodoro è considerato di natura fredda, di sapore acido-dolce e si rivolge soprattutto alla nutrizione dello Stomaco, dell’Intestino Crasso e del Fegato.
La differenza tra dietetica cinese ed occidentale non solo non è un handicap ma anzi favorisce una loro utilizzazione contemporanea in molte malattie con l’effetto di potenziarne reciprocamente gli effetti. Pensiamo ad esempio ad una dieta dimagrante: la dietetica occidentale ci suggerisce quante calorie debbono essere utilizzate quotidianamente e quali categorie di nutrienti utilizzare (proteine, carboidrati, lipidi) per ottenere la riduzione del peso corporeo, quella cinese si può inserire nello scegliere i tipi di carni e pesci da cui ricavare le proteine, le verdure, gli ortaggi ed i cereali da utilizzare come fonte di carboidrati basandosi sulla natura, sapore, tropismo e tendenza dei vari cibi. Un esempio può essere utile: ad una persona che vuole dimagrire e soffre il caldo, ha la bocca spesso asciutta, il viso arrossato, le urine molto cariche e tendenza alla stitichezza con feci asciutte occorrerà fornire un apporto calorico ridotto di cibi di ‘natura fredda’ come ad esempio la carne di coniglio, le seppie o il polipo. Sarebbe invece controindicato che utilizzasse la stessa quantità di calorie fornita da carni e pesci di natura calda come la carne di agnello, i gamberi o le cozze perché, pur possedendo poche calorie, aumenterebbero i sintomi di ‘calore’ che il paziente presenta.
Utilizzare la dietetica cinese non significa dover cambiare alimentazione scegliendo cibi che non sono tipici della nostra tradizione, significa soltanto avvalersi delle regole citate per la classificazione degli alimenti come natura e sapore; significa talora riscoprire alcuni aspetti della nostra antica tradizione alimentare che tendiamo a dimenticare: anche da noi si dice che la carne di agnello è ‘focosa’ ma spesso si dimentica cosa significhi questo termine e non si sa come utlizzare questa notazione.
Facciamo un altro esempio riguardante stavolta il sapore: un paziente che sudi abbondantemente o abbia tendenza a perdere liquidi sotto forma di diarrea può avvalersi – nel caso il medico lo ritenga opportuno sulla base dell’analisi di questi sintomi e del suo stato generale – di un aumento dell’apporto di alimenti acidi perché secondo la dietetica cinese il sapore acido è astringente e tende a concentrare i liquidi nel corpo prevenendone la perdita sotto forma di diarrea e sudore. Questo non significa che tutte le forme di diarrea ed eccessiva sudorazione si trattino con un aumentato apporto di sapore acido, ma – se ci sono le condizioni opportune – questo effetto del sapore può essere sfruttato nella terapia.
Un ulteriore aspetto della dietetica cinese è quello relativo alla cottura dei cibi ed ai loro condimenti: ad esempio non è la stessa cosa condire con il basilico o il rosmarino o la maggiorana, mentre basilico e rosmarino hanna natura tiepida-calda, la maggiorana è fresca; non è la stessa cosa cuocere la carne a vapore o farla arrosto perché la cottura a vapore non modifica troppo le caratteristiche del cibo mentre la cottura arrosto, essendo molto riscaldante ed essicante, può essere controindicata in pazienti che presentino sintomi di secchezza come le feci secche o le urine di colore troppo carico.
Da ultimo due parole sulle minestre medicinali che sono alimenti ‘curativi’ che si possono realizzare con facilità con il doppio scopo di nutrire e curare il paziente: ad esempio le ‘fave in porchetta’ tipiche della tradizione alimentare marchigiana – cioè preparate con aglio e finocchio selvatico – sono un esempio di minestra ‘medicinale’ utilizzabile per trattare molte forme di obesità accompagnate da accumulo di liquidi perché posseggono un effetto drenante e diuretico. Si può mangiare bene e curare il corpo e lo spirito assaporando il cibo e mantenendo l’organismo in buona salute. Buon appetito!
Clicca il pulsante qui sotto per vedere gli altri video