Il termine “cefalea” può essere usato per descrivere tutti i dolori della parte superiore del capo, tra la fronte e l’occipite, originati o in relazione con strutture craniche (intra o extracraniche) o viciniori (arcate dentarie, naso e seni paranasali, orbite, colonna cervicale).
La cefala in medicina occidentale
Epidemiologia
Esperienza molto comune, interessa anche solo occasionalmente circa il 50% della popolazione.
Eziologia
Si riconoscono le cefalee cosiddette “occasionali, scatenate da eventi transitori e banali (es. iperpiressia), non rilevanti sul piano clinico, le cefalee “secondarie” o sintomatiche di patologie neurologiche (es. processi espansivi intracranici, emorragia subaranoidea, meningo-encefaliti, ipertensione endocranica, etc.) o sistemiche (in caso di arterite temporale, vasculiti, ipertensione arteriosa, etc.) e le cefalee “idiopatiche” o primarie, considerate, ad un tempo, sintomo e malattia, che riconoscono, dal punto di vista etiopatogenetico, un meccanismo legato ad una disreattività vascolare.
Sitomatologia
Il dolore cefalalgico, sintomo cardine, è descritto in base alle sue caratteristiche di sede, qualità, intensità, modalità di esordio, durata dell’attacco doloroso, decorso nel tempo, eventuali fattori scatenanti e sintomi concomitanti. Le cefalee vascolari di tipo emicranico, le più comuni, si associano solitamente a nausea, vomito, lacrimazione, fotofobia, parestesie e turbe visive, che possono precedere il dolore (aura) oppure seguirlo.
Esame clinico
Nelle cefalee primarie è negativo, mentre nelle forme secondarie si evidenziano gli eventuali segni della patologia di base.
Diagnosi
E’ principalmente clinico-anamnestica. Nei casi dubbi o nelle cefalee secondarie possono essere necessari esami laboratoristici o neuroradiologici (TAC, MRI) indicati a seconda della patologia di base.
Terapia
E’ eziologica nelle forme secondarie, mentre nelle cefalee primarie si distingue una terapia per la fase acuta ed una profilassi.
Classificazione semplificata delle cefalee in M.T.C.
Cefalee da causa esogena, cioè esterna
- cefalea da attacco di vento-freddo
- cefalea da attacco di vento-calore
- cefalea da attacco di vento-umidità
Cefalee da causa endogena, cioè interna
- cefalea da risalita di yang di fegato
- cefalea da deficit di rene
- cefalea da deficit di qi e sangue
- cefalea da accumulo di tan-umidità
- cefalea da stasi di sangue
Sulla base dei sintomi accusati dal paziente, dell’esame del polso, di quello della lingua e dei dati della medicina occidentale (esami, radiografie, TAC etc.) è necessario definire una diagnosi in base alla quale si imposta la terapia. Occorre ovviamente escludere che il paziente presenti una cefalea secondaria (per esempio a masse neoplastiche, idrocefalo etc) per le quali si consigliano altri tipi di terapia.
In caso di cefale o nevralgia l’agopuntura è la terapia di elezione; in qualche caso è utile somministrare ai pazienti dei farmaci cinesi. Talora si possono associare il massaggio e le ginnastiche mediche, soprattutto nelle cefalee tensive.In generale un ciclo di una decina di sedute di agopuntura è indicato per iniziare la terapia; una volta terminato il ciclo, sulla base della risposta del paziente, si deciderà come proseguire. Nei casi cronici che durano da molto tempo sono consigliate delle sedute di richiamo la cui frequenza va definita con il medico in base alla sintomatologia ed alla storia clinica.
Il trattamento si esegue generalmente attraverso l’agopuntura somatica generale, anche se molte altre tecniche di agopuntura possono risultare efficaci nei singoli casi: agopuntura addominale, agopuntura polso-caviglia, agopuntura auricolare.
L’associazione di elettrostimolazione è utile nelle forme accompagnate da contrattura, in quelle che si aggravano nei climi umidi è utile la coppettazione, mentre la moxibustione è adatta a trattare le forme che risentono negativamente dell’attacco del freddo.