Menometrorragie, menorragie, metrorragie, flussi abbondanti

Si tratta di un gruppo eterogeneo di alterazioni mestruali caratterizzate da flussi particolarmente abbondanti e a volte molto ravvicinati o protratti nel tempo: si parla più specificatamente di  menorragie per riferirsi a flussi abbondanti ma di durata e ritmo regolari, di menometrorragia, con riferimento a flussi sempre abbondanti e con ritmo regolare ma di durata sensibilmenete superiore a quella di un normale flusso mestruale, di metrorragia per una cospicua perdita ematica che compare senza un ritmo prestabilito.

Questa distinzione non permette comunque una chiara correlazione con l’etiologia, per cui, anche per semplicità di esposizione, la eviteremo nella successiva trattazione.

Eziologia

Possono essere distinte forme di origine funzionale o organica.

Le cause funzionali sono riconducibili nella maggior parte dei casi ad alterazioni dell’ovulazione (anovulazione), a deficit della fase estrogenica o di quella progestenica (insufficienza luteale), ad iperestrogenismo (anche relativo), molto più rare sono le forme da alterazione recettoriale endometriale e quelle legate a deficit coagulativo.

Quelle organiche possono essere identificabili in polipi dell’endometrio o del canale cervicale, nei fibromi uterini, nell’iperplasia o nel carcinoma endometriale e nelle endometriti.

Menometrorragie possono determinarsi anche in portatrici di dispositivi contraccettivi intrauterini (IUD).

Sitomatologia

E’, come sopra accennato, quella di un flusso particolarmente abbondante che compare all’improvviso o che rispetta il normale ritmo mestruale. Se l’origine è dipendente da cause organiche possono coesistere algie pelviche (es. fibromi uterini).

Lì dove si è determinata anemizzazione può essere presente astenia e facile affaticamento.

Decorso

Trattandosi di un sintomo, il decorso è quello delle singole patologie che ne sono all’origine.

Nelle forme organiche frequentemente il sintomo si ripete più volte (es. iperplasia endometriale, fibromatosi uterina) e tende a persistere; nelle forme funzionali può essere sporadico (es. episodio di anovulazione) oppure può presentarsi ripetutamente (es. insufficienza luteale).

Esame clinico

E’ di indubbia importanza, in quanto permette di individuare l’eventuale presenza di polipi cervicali, di aree di sanguinamento cervicale, di fibromi uterini.

Laboratorio

Gli esami ematochimici possono evidenziare deficit coagulativi ma, soprattutto, i dosaggi ormonali danno un notevole contributo all’individuazione  delle forme funzionali permettendo di individuare condizioni che possono determinare episodi anovulatori o insufficienza luteale (policistosi ovarica, iperprolattinemia, distiroidismi, premenopausa).

Esami strumentali

E’ utile l’ecografia nella definizione dei genitali interni lì dove l’esame clinico ponga dei dubbi. Utile è anche l’esame della cavità uterina (effettuato mediante curettage o isteroscopia) che permette di individuare polipi endometriali, iperplasie o neoplasie dell’endometrio.

La menorragia è denominata in medicina tradizionale cinese yue jing guo duo.
Classificazione semplificata delle menorragie in medicina cinese
  1. menorragie da deficit del qi
  2. menorragie da calore nel sangue
  3. menorragie da stasi del sangue

Sulla base dei sintomi accusati dal paziente, dell’esame del polso, di quello della lingua e dei dati della medicina occidentale (esami, radiografie, TAC etc.) è necessario definire una diagnosi in base alla quale si imposta la terapia.

In generale l’agopuntura è indicata per trattare la malattia; nei casi cronici che durano da molto tempo sono consigliate delle sedute di richiamo la cui frequenza va definita con il medico in base alla sintomatologia ed alla storia clinica.

Il trattamento si esegue generalmente attraverso l’agopuntura somatica generale, anche se molte altre tecniche di agopuntura possono risultare efficaci nei singoli casi.
Spesso associo anche l’utilizzo di farmaci di medicina cinese sia per trattare il disturbo di base che per intervenire sul terreno nell’ambito del quale si sviluppa la malattia.